lunedì 3 giugno 2013

Anche questa è cinofilia.



Il breton e la pet therapy

            Alcuni giorni fa ho fatto una lunga chiacchierata al telefono con l’amico Stefano Pellicanò, grande appassionato dell’epagneul breton.
            Abbiamo parlato dei nostri cani, dei nostri progetti e dei nostri risultati. Stefano ha vinto anche quest’anno il Top Dog ed è arrivato secondo al Trofeo Allevamento ENCI per le esposizioni.
E’ di questi giorni l’ultimo risultato importante: alla Mondiale di Budapest, Ghemon di Valanidi raggiunge il titolo di Campione del Mondo Giovani.
Considerando dove vive, per lui, il raggiungimento di tali risultati è molto impegnativo e oneroso. La passione è tanta e in questo è appoggiato da tutta la famiglia, bambini in primis, ovviamente.
            In effetti non è di questi risultati che avrei voluto parlare, ma di qualcosa di cui Stefano mi ha parlato con una gioia che non gli avevo mai sentito prima d’ora.
            Da una delle ultime cucciolate prodotte, Stefano, in collaborazione con un amico siciliano, ha scelto una cucciola e l’ha affidata a Simone. Tra i due è stato subito amore a prima vista e lo dimostra la foto allegata.
            Ma lasciamo a Stefano, alle sue parole, semplici ma chiare, il compito di illustrarci meglio.

                                                                                                                                           Donato Scalfari



Simone e Peggy 

Nelle ultime pubblicazioni o in vari articoli si parla dell’evoluzione della razza da noi allevata, di quanto si esasperino alcune qualità tanto da notare palesemente immissioni di sangue spurio, di soggetti inglesizzati, di soggetti che spingono troppo a scapito della tipicità del movimento.
L’interesse immutato per tutti gli amanti sinceri di questa razza è di non perdere tipicità, di riuscire a conservare il breton per come ci piace, anche a costo di rischiare di essere meno protagonisti nelle verifiche morfologiche funzionali che di zootecnico, ormai, mantengono sempre meno. Spesso primeggia semplicemente la voglia di vincere da parte dei conduttori a scapito del reale valore dei cani.
Ma di là del movimento e di tutte le altre caratteristiche fondamentali nel tipo della razza, spesso non ci si ferma a valutare l’intelligenza, che qualunque cane da ferma deve avere e che è una dote spiccata nei nostri ausiliari. Eppure basterebbe guardare un breton negli occhi per notare quanto dicono. In un loro sguardo è racchiusa tutta la loro sensibilità, che è la vera forza.
In un momento in cui si cerca di evidenziare il cane nel sociale, noi abbiamo la razza principe, capace di inventarsi, per soddisfare il proprio padrone, in ogni campo anche in cose che non sono state progettate dalla selezione adoperata negli anni. Eppure resta conservata nel suo DNA la straordinaria sensibilità che non è fronte di fragilità ma di coraggio incondizionato.
E’ questa la forza di Peggy di Valanidi che ha preso l’impegno di soddisfare nel migliore dei modi Simone, che saprà, senz’altro, essere il compagno ideale per lei.
Simone sarà il suo proprietario senza essere mai il suo padrone. Loro stanno facendo un percorso di crescita iniziato quando si sono incontrati i loro sguardi e pochi di noi sono in grado di leggerli come hanno fatto loro.
Non sappiamo se questa cucciola da adulta sarà corretta al frullo né se caccerà mai, sicuramente sappiamo che anche questo è breton e bisogna farlo conoscere a tutti. 
Dopo tanti campioni assoluti oggi il mio allevamento condivide con voi la nostra più giovane Campionessa di Assoluta Tenerezza.





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